Qualcosa nel mondo dell’arte è cambiato radicalmente negli ultimi dieci anni. Un profondo mutamento che, questa volta, non è stato innescato internamente da un’opera che ha fatto traballare le mura dell’olimpo del sistema dell’arte. Non stiamo, infatti, parlando del controverso, ma ancora estremamente attuale, orinatoio di Marcel Duchamp, tantomeno delle provocazioni di un artista dall’atteggiamento irriverente e sovversivo come il nostro compaesano Maurizio Cattelan.

Il cambiamento in questione è un cambiamento dirompente, epocale, che trova il proprio responsabile in un quadrato. Il quadrato del social network fotografico che ha sparigliato le carte in tavola e dettato un’estetica che cambia il modo stesso per artisti, galleristi, collezioni e musei, di stare al tavolo da gioco e di fare le proprie mosse: Instagram. Ecco i cinque punti per comprendere la trasformazione innescata da questo medium e per rimanere al passo con i tempi, i nuovi tempi dell’arte.

Partiamo da loro, gli artisti

Protagonisti indiscussi del mondo dell’arte, sono proprio gli artisti i primi a dovere fare i conti con le nuove regole dettate da Instagram. Cercando di scovare i più influenti su questa piattaforma emerge prepotentemente un primo dato: il vero potere del social media risiede nella capacità di consacrare alla fama persone destinate altrimenti all’anonimato. Mentre gli artisti già affermati si rivolgono alla rete con ancora un po’ di puzza sotto al naso, sono i millenials che, padroneggiando le regole del digitale, riescono ad attivare un’attenzione mediatica senza precedenti. Sarà per questo motivo che in vetta alla classifica con 1,1 milione di follower , si trova il famoso esponente dell’arte di strada Frank Shepard Fairey, meglio noto come Obey. Al secondo posto, con un numero di seguaci poco inferiore, è il russo Michael Zajkov, noto per le sue bambole iperrealistiche. Il primo tra gli artisti mainstream è, invece, Damien Hirst che batte di qualche lunghezza il cinese Ai Weiwei: 494 mila contro 485 mila follower. Per trovare un italiano dobbiamo scendere ai 142 mila seguaci di Maurizio Cattelan che, con l’insolente progetto The Single Post, anima quotidianamente la piattaforma.

Altro che nuova estetica, qua si parla anche di soldi

Ebbene sì, dobbiamo ammetterlo a gran voce, Instagram non sta proponendo solo dei nuovi canoni estetici e modelli di comunicazione, ma un vero e proprio modo di vendere ed acquistare arte. Ne sono coscienti le due principali case d’asta del mondo, Sotheby’s (620 mila follower) e Christie’s (430 mila follower) che, buttatesi nell’immenso calderone social con due account super attivi, mostrano di avere perfettamente compreso il cambiamento di tendenza. Mentre da una parte troviamo come primo effetto di tutto questo, i post della coppia più famosa del mondo della musica, Jay-Z e Beyoncé, che condivide con i propri seguaci le opere d’arte che stanno valutando di acquistare, dall’altra assistiamo a un processo di democratizzazione del mercato dell’arte senza precedenti. Lo dimostra bene la neonata galleria d’arte di Londra, Unit London, con i suoi 94 mila seguaci. Fondata nel 2013 da Joe Kennedy e Jonny Burt, la galleria, il cui claim è art should be inclusive, lavora per abbattere le barriere e i preconcetti e fare avvicinare più persone possibili al mondo del contemporaneo scovando, per l’appunto, nuovi talenti proprio tramite la rete. Un artista da loro rappresentato è, ad esempio, il Sudafricano Ryan Hewett, classe 1979, che conta 142mila follower (stesso numero di Cattelan).

Chi non risica non rosica

In questa panoramica sugli effetti di Instagram sul mondo dell’arte, non poteva mancare una breve ricognizione sull’approccio adottato dai musei. Come nel mito della Frontiera americana, i musei di tutto il mondo sembrano sfidarsi a colpi di post e di nuove strategie di comunicazione. Provocatorie, esilaranti o più austere e abbottonate, le pagine dei musei raggiungono i numeri da capogiro di quelle delle star. In vetta alla classifica troviamo il MoMA– Museum of Modern Art di New York con i suoi 4,2 milioni di followers ed una media di 20mila like a immagine postata. Primo museo europeo in classifica è, invece, la Tate di Londra con 2,6 milioni di seguaci, mentre le Gallerie degli Uffizi con 247 mila follower, si consacrano il museo italiano più seguito.

(Non) di sola arte vivono gli influencer

Non potevano mancare anche nel mondo dell’arte i ben noti influencer: o si seguono o si è completamente out. Loro dettano legge e il mercato immediatamente risponde con numeri da fare girare la testa. Oltre il 55% dei collezioni presenti sulla piattaforma condivide, infatti, con una media di tre o quattro volte alla settimana, i propri acquisti. Tra questi influencer si annoverano anche curatori, critici d’arte e art advisor. Un esempio è Kimberly Drew, social media manager del Metropolitan Museum di New York, che nel 2011 ha aperto un profilo personale – ad oggi seguito da 236 mila utenti – per dare visibilità ad artisti e spazi d’arte semi-sconosciuti della città. Un’altra tra le più importanti voci del mercato è Stefan Simchowitz, art advisor e collezionista che ha creato un vero e proprio personaggio social seguito da 87mila follower. Sulla scena italiana è da segnalare Germano “Gerry” Bonetti, un affermato avvocato con studio nel cuore di Milano, che da due anni a questa parte è diventato una star indiscussa di Instagram. Attraverso uno stile spontaneo e appassionato e la sua grande dedizione e meticolosità nel postare informazioni dettagliate, ha conquistato oltre 56 mila seguaci. Voce apparentemente fuori dalla dinamica del mercato dell’arte, ma comunque da seguire per non rimanere indietro è quella di Hans Ulrich Obrist, curatore svizzero richiestissimo dalle principali istituzioni internazionali, da Art Basel alla Serpentine di Londra. Dal proprio account Obrist posta tutti i giorni un post-it realizzato da artisti diversi, sul quale viene apposta una frase scritta a mano, come un appunto intimo capace di sintetizzare la poetica di un artista. Tantissimi sono i nomi dello star system che hanno contribuito al suo canale – da Hirst a Baldessari, a Gilbert & George fino a Vezzoli; se lo scorriamo, sembra che ci siano passati tutti. Seppure meno “visivo” rispetto ad altri account, è seguito da 211 mila utenti.

La moda del momento

Di tendenze su Instagram ce ne sono tante, alcune scemano velocemente altre, invece, impazzano. In fatto di arte e di digitale la più dirompente sembra essere quella del fotomontaggio. Si tratta di progetti online sviluppati principalmente per questo social in cui personaggi tratti dai capolavori della storia dell’arte vengono catapultati nella quotidianità attraverso mix audaci e divertenti, con richiami alla cultura pop, ai graffiti, alle serie tv più amate e ai cartoni animati. Si può trovare il Walter White di Breaking Bad che re-interpreta l’autoritratto di Vincent Van Gogh, così come Audrey Hepburn che dà il volto a La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer, per non parlare dei personaggi famosi come Rihanna, Angelina Jolie, Michael Jackson, Beyoncè trasportati all’interno delle opere iconiche del mondo dell’arte. C’è chi rabbrividisce, chi ride, chi incontra per la prima volta capolavori dell’arte del passato. E se a qualcuno viene anche un po’ da piangere, bisogna alzare le spalle e dire “It’s Instagram baby!”, il quadrato che ha rivoluzionato il mondo dell’arte.