La realtà virtuale è arrivata nelle nostre case da qualche anno ma esiste nel nostro immaginario da molto prima, forse da sempre, come se ci fosse stato solo bisogno di attendere che la tecnologia potesse essere un po’ più vicina alle nostre idee.

La VR è quella cosa che simula la realtà e attenzione, per realtà si intende quella possibile o impossibile, non necessariamente quella reale. Direte voi, non c’erano già i videogiochi? Sì ok, la differenza sostanziale però sta nel fatto che in questo caso, grazie all’uso di una serie di oggetti, ti puoi immergere in un nuovo spazio.

La realtà virtuale ti porta proprio da un’altra parte e ti fa vedere le cose da dentro, come se fossi lì.

Breve parentesi per chi non lo sapesse: per sperimentare la VR ti devi mettere comodo, indossare un visore, essere provvisto di eventuali altri oggetti come cuffie o guanti particolari; far partire un video e lasciarti andare alla sensazione di essere trasportato da un’altra parte. Quello della realtà virtuale è un mercato che fa guadagnare miliardi e sta crescendo. Ecco un breve elenco di possibili usi e settori: cinema, pornografia, videogiochi, architettura, shopping, mostre d’arte, medicina.

Ok, a questo punto della conversazione dovreste aver attirato l’attenzione dell’interlocutore. Ordinate da bere e passate alla fase due: raccontare retroscena interessanti. Valutate voi in che ordine e selezionate quelli che vi interessano di più.

In realtà già nel ‘57 esisteva uno strumento che permetteva di sperimentare un’altra realtà coinvolgendo i sensi. Si chiamava Sensorama ed era definito dal signore che l’ha inventato (Morton Heiling) Experience Theatre. Il fruitore poteva immergersi in una nuova realtà nella quale venivano coinvolti diversi sensi: olfatto, tatto, vista, udito. Questo dispositivo funziona ancora oggi ma il costo eccessivo per lo sviluppo non permise di andare avanti con l’idea.

Poi nel ‘68 Ivan Sutherland e un suo studente inventarono il primo sistema di realtà virtuale con il visore. L’hardware era così pesante che serviva un marchingegno che lo sostenesse. Si chiamava Spada di Damocle.

Negli anni ‘70 all’ MIT nasce il primo software che simula la realtà e il termine Virtual Reality viene coniato nel 1989 da Jaron Lanier che studiava linguaggi di programmazione. Le parole nascono per esprimere e comunicare concetti o sensazioni, prima non ce ne era stato bisogno e poi un giorno, tadan, eccoti petaloso. Nel caso della VR il nome è stato decisamente fortunato.

 

 Per non parlare della letteratura, nei romanzi esistono un sacco di esempi in cui è coinvolta la VR. Certo direte, scontato. Bene ma la cosa interessante è che qualcuno un giorno ci ha pensato e ne ha scritto. Sappiamo sempre le cose quando ce le raccontano ma inventarsele o immaginarsele di punto in bianco è un’altra storia.

Un esempio è The Dueling Machine di Ben Bova del 1969. Uno dei primi romanzi cyberpunk della storia. Nell’universo esiste una macchina che genera un mondo virtuale nel quale due avversari possono sfidarsi senza che ci siano ripercussioni nel mondo reale. L’idea è che la macchina possa essere usata per risolvere qualsiasi tipo di conflitto. Si tratta di un sistema che accetta la nostra naturale pulsione allo scontro, a farci la guerra, con la sostanziale differenza di non lasciare vittime lungo il percorso. Non male come utopia.

E poi un film cult, Tron, fantascienza, prodotto dalla Disney, del 1982. Uno dei primi Disney che fa grande uso della computer grafica (dice Wikipedia). Realtà parallela, videogiochi, duelli, male contro il bene, c’è un po’ di tutto qui dentro. La colonna sonora è composta dallo stesso autore che ha curato quelle di Arancia Meccanica e Shining. E con questa ultima perla dovreste aver fatto breccia nel cuore di chi vi ascolta.

Ora la ciliegina sulla torta. Platone. Sì, lui. Ripescate dai vaghi ricordi delle lezioni di filosofia il Mito della caverna. Qui il filosofo si interroga sulla realtà, su cosa sia la verità e cosa l’opinione e la rappresentazione della realtà. Facendo un passo in più potremmo dire che quando facciamo esperienza del mondo, questa è sempre mediata dalla nostra mente, quindi la “vera realtà” è inaccessibile e possiamo solo percepire la copia, la rappresentazione, una realtà immersiva.

Ora potete tornare al contemporaneo e c’è Snow Crash, Matrix e in qualche modo anche The Truman Show.

E via avanti all’infinito.