Pochi giorni fa abbiamo avuto il piacere di promuovere la prima visione di ANCIENT FUTURE, il live stream realizzato da Luca Bacchetti all’interno di una splendida fortezza medievale nel cuore della Toscana: un viaggio musicale nato per connettere passato e futuro attraverso i linguaggi contemporanei della musica elettronica e della new media art, con quel tocco poetico che ha sempre caratterizzato questo artista. 

Grazie alla collaborazione con Future Classics, Ancient Future è stato il primo contenuto digitale firmato Bright_Music, la sezione di Bright Festival che promuove la musica elettronica e le iniziative legate alla club culture.

Luca Bacchetti è sicuramente uno degli artisti italiani che ha riscosso maggiore successo nella scena elettronica internazionale: le sue produzioni e i suoi live set lo hanno portato in questi anni ad esibirsi in oltre 80 paesi, in alcuni dei club e dei festival più importanti del mondo.  

Gli abbiamo fatto qualche domanda sul concept e sulle ispirazioni artistiche che lo hanno guidato in questo progetto…

Una diretta streaming mozzafiato, studiata nei minimi dettagli, con un ottimo lavoro di regia alle spalle. Da dove nasce questa idea e perché proprio in questo scenario?
Eravamo in pieno lockdown e stavo guardando alcuni live stream realizzati da artisti e colleghi, interessanti musicalmente ma spesso scollegati dal contesto. Il modo in cui suono e’ sempre stato influenzato dal luogo in cui mi trovo. Su una spiaggia a Tulum di certo non suono come invece farei in un club a Berlino… la musica cambia, quello che non cambia e’ il gusto che definisce ogni identità. Ho pensato che questo aspetto dovesse riflettersi anche in una live stream e da qui è nata l’idea di realizzarne uno nella mia terra, ma con obbiettivi diversi: narrare una storia e utilizzare la musica elettronica come colonna sonora per il luogo in cui mi trovavo, in questo caso la Fortezza di Verrucole, che si trova a pochi chilometri da dove vivo; per certi versi un discorso continuativo dell’album che ho registrato proprio qui in Toscana. Devo dire che ho trovato in Giovanni il partner perfetto: come vedi le sue immagini hanno profondita’, non ci sono grandangoli che appiattiscono le scene, c’e’ grande cura per il dettaglio. E’ stato stimolante lavorare insieme alla ricerca di un dialogo l’audio e il video.

Durante la diretta abbiamo avuto il piacere di ascoltare le tue tracce mixate a quelle di altri artisti del momento… cosa ti ha ispirato durante il set? Hai inserito anche qualche traccia inedita?
Ho cercato di selezionare le song in modo diverso, non facendomi influenzare dall’usanza ormai diffusa di mettere solo tracce unreleased. In questo progetto la priorità era essere contemporaneo musicalmente proponendo ciò che mi ha colpito in questo periodo. Per questo motivo nel set si ritrovano John Hopkins, Lord Of The Isles, Shed, Juan Maclean… e si, anche qualcosa di nuovo come il remix di Marcus Worgull di Soma Souls, che uscirà ad Ottobre su ENDLESS.

 Luca Bacchetti_ Credit: Giorgio Leone

Un live stream come questo non si realizza proprio tutti i giorni. Come hai vissuto questa esperienza da art director
Ogni cosa che faccio deve avere un significato. In questo caso ho cercato di pensare un po’ come un regista e un pò come un music advisor: volevo stabilire un legame tra la mia musica e le immagini della natura, sfruttando lo scenario intorno a me per enfatizzare il contrasto tra antico e moderno.

Viviamo un periodo decisamente drammatico per tutto il settore musicale e performativo.  Come hai affrontato questi mesi durissimi e quali sono le tue idee per il futuro? 
Sono stati mesi in cui ho capito ancora di piu’ che la mia creatività si nutre essenzialmente di vita, di immagini. Il fatto di non poter viaggiare o semplicemente muoversi non mi ha reso particolarmente creativo in studio. Al contrario, in questi mesi ho ascoltato moltissima musica, concentrandomi di piu’ sulla mia parte di DJ. Sono abituato a viaggiare moltissimo e scoprire posti nuovi; per me questo e’ benzina sul fuoco della creatività, una parte essenziale del mio lavoro. Sul versante discografico ho da qualche mese pubblicato ‘Secret World’ il mio primo album ma sto gia’ pensando ad una direzione nuova per il prossimo.  Nel frattempo ci saranno nuovi remix in arrivo. Riguardo la situazione attuale, mi auguro che si trovi un vaccino prima possibile. In tutta onestà, se adesso avessi la possibilita’ di suonare di fronte ad un assembramento di persone che ballano non mi sentirei a posto con me stesso, ma piuttosto un egoista. Il buon senso ci dice che dobbiamo attendere ancora un po’.

Fortezza delle Verrucole, Lucca_ Credit: Giorgio Leone

Negli ultimi anni i video hanno assunto un ruolo sempre più determinante nel mondo della musica elettronica: dai primi video girati in pista e caricati su youtube alle regie professionali con riprese aeree trasmesse in tempo reale sui social network. Una vera rivoluzione che ha reso la figura professionale del Videomaker sempre più ricercata da parte di artisti e promoters e che ha permesso agli spettatori di tutto il mondo di scoprire e vivere gli eventi anche da remoto, coltivando passione e cultura musicale anche dal proprio smartphone. 

Ma come vengono vissuti gli eventi dai nuovi protagonisti dei backstage?  Lo abbiamo chiesto a chi ha curato le riprese di questo paradiso millenario,  con una tecnica piuttosto insolita… 

Raccontaci un pò di te, del tuo background e del tuo rapporto artistico con la musica elettronica. 
Mi chiamo Giovanni Brega ma tutti mi conoscono come Gió Brega, che ormai posso considerare il mio nome d’arte. Lavoro da anni come videomaker freelance nel settore degli eventi e dei live, dove la sfida consiste nella ricerca della ripresa; posso dire quindi di essere cresciuto nei club toscani, che mi hanno dato la possibilità di unire la mia passione per la videografia con quella per la musica elettronica. Dopo molti anni in questo settore, puoi immaginare la mia reazione quando Luca mi ha contattato per parlarmi del progetto: non ho potuto dire di no!

Dietro una diretta come questa c’è sicuramente un grande lavoro di regia e studio delle immagini. Quali sono stati le fasi del processo di produzione e come hai scelto l’attrezzatura da utilizzare? 
La prima volta che ho visitato la location ho pensato subito di fare una produzione pura e senza color grading; volevamo creare qualcosa di diverso rispetto alle dirette che avevo visto negli ultimi tempi. Così ho studiato gli orari per sfruttare al meglio la luce del tramonto e la luna piena, che in quella settimana ha contribuito a rendere l’atmosfera davvero unica. Ho scelto di non usare grandangolari. Ho portato con me due camere fisse Sony A7 III e una con stabilizzatore guidata da me. Credo che proprio questa ci abbia regalato le immagini più emozionanti. Per le riprese aeree invece ho utilizzato droni Mavic ProTutto il lavoro è stato girato e registrato in one take con una post produzione molto pulita. Tutte e cinque le camere erano spesso in synch con la musica: a Luca interessava più l’emozione del momento che l’estrema perfezione in post produzione.

Qual è la cosa che più ti ha entusiasmato di questo progetto? 
Come ti ho detto sono un grande appassionato di musica elettronica e avevo già fatto lavori in questo campo, ma mai un live stream di questo livello. Per me e’ stata un esperienza nuova ma soprattutto una sfida nel cercare di contribuire al messaggio che Luca voleva trasmettere utilizzando il linguaggio dei nuovi media.

Negli ultimi anni i video sono diventati uno strumento fondamentale per la promozione degli artisti. Alcuni pensano che questo fenomeno abbia spostato l’attenzione su aspetti estetici togliendo spazio alla qualità delle performance. Altri credono che sia stato un trampolino di lancio che ha permesso di mostrare al mondo le proprie capacità tecniche e stilistiche. Qual è il tuo pensiero a riguardo e quanto incide il ruolo del videomaker in questo frangente? La musica aiuta il video ed il video aiuta la musica, si valorizzano a vicenda. Oggigiorno la tecnologia ci permette di fare cose che solo qualche anno fa erano impensabili e realizzabili solo con grandi budget; pensa che una volta avresti dovuto noleggiare un elicottero per girare un’aerea! Tutto questo oggi e’ un industria importante al servizio della musica. Si può bluffare ma se una cosa e’ pura te ne accorgi, per questo credo che il ruolo del singolo individuo sia sempre quello che fa la differenza.  Il confronto, lo scambio tra menti simili, lavorare insieme sul tipo di linguaggio che si vuol utilizzare; la tecnica ci viene incontro e ci offre infinite possibilità ma a trasmettere un emozione e’ sempre l’essere umano.